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NEXXUS MELTING
 

In alto a sinistra è visibile il modulo di MELTING, mentre a destra è mostrata una combinazione in cascata di MELTING+MIXING.

   
Guardando la sezione del modulo MELTING, si vede il solido termoplastico in particelle cadere dall’alto nella tramoggia SCP dove il materiale viene preso e spinto contro il rotore caldo del processore, che ruota in senso destrogiro. Il canale di fusione, statico, ricavato nella parete interna della bussola, è convergente per favorire la compattazione del materiale e accompagnare la riduzione del volume conseguente alla fusione. Appena entra in contatto col rotore Il materiale viene fuso istantaneamente e il melt trascinato verso la zona di pompaggio.
   
Il modulo MELTING è in grado di ricevere il materiale in qualsiasi forma fisica, purché in particelle (es. 3-10 mm) grazie all’apparecchiatura SCP. SCP svolge simultaneamente diverse funzioni:
a) spinge automaticamente il materiale sul rotore compattandolo.
b) pre-riscalda il materiale, in tal modo favorendo la fusione che, come è noto, è direttamente correlata con il dT di fusione.
c) lo immobilizza, così massimizzando la velocità relativa tra materiale e rotore, che come sappiamo è direttamente correlata all’energia meccanica d’attrito, responsabile della fusione.
   
Vanno evitati contaminanti duri >0,5 mm, anche se è allo studio una forma di autopulizia periodica.
   
Il rotore può essere impostato a velocità periferiche comprese ad esempio, tra 0 e 4 m/s, (per un rotore diam.200 mm corrisponde a velocità comprese tra 0 e 380 RPM), in funzione dell’applicazione, per portate caratteristiche comprese tra 5 e >1000 Kg/h .
   
L’energia specifica assorbita (SEC) dal rotore è molto simile all’entalpia specifica alla temperatura di processo e può variare essenzialmente in funzione della qualità del fuso del desiderata.
   
Una qualità top del fuso e cioè senza geli o puntini visibili a occhio nudo (ad esempio inferiori ad 1 micron in un film ultrasottile) è funzione della contropressione applicata. Ad esempio a pressione zero in uscita la qualità del fuso non è mai al top, ma la portata sì. Quindi se si vuole privilegiare la portata rispetto alla qualità del fuso allora conviene minimizzare la contropressione e progettare un gap di uscita abbastanza grande (es. 2/4 mm). Questo, ad esempio, è utile nel caso della fusione-agglomerazione del materiale, tipicamente nel riciclo, in cui è più importante, spesso, la portata di espulsione rispetto alla qualità. Se invece si desidera massimizzare la qualità del fuso allora bisogna ridurre il gap di uscita (es. 0,5-1 mm) e calibrare la contropressione, ovviamente a spese di energia e portata. Questo è uno dei motivi per cui in uscita a Nexxus MELTING spesso viene montata una pompa da melt con lo scopo di impostare la contropressione desiderata allo scarico.
 
 
   
Come indicato nello schema sopra a sinistra, il dosaggio del materiale è garantito dalla pompa da melt installata a valle del modulo MELTING, come spiegato di seguito:
 
  • Un dosatore volumetrico tiene costantemente a livello la tramoggia di SCP
  • SCP ruota a giri fissi, in molti casi al massimo regime, per pre-riscaldare il materiale
  • Viene attivato un anello chiuso PID tra sensore di pressione (master), disposto a valle dello scarico e a monte della pompa da melt e velocità del rotore (slave).
  • Viene introdotto un valore congruo di pressione, in funzione della portata e della natura del polimero.
  • Il programma mantiene la pressione a monte della pompa, all’interno di una finestra impostabile, modulando opportunamente la velocità del rotore.
   
Il sistema di dosaggio via pompa melt, non solo è più preciso di un convenzionale sistema di dosaggio gravimetrico ma consente il dosaggio di qualsiasi materiale macinato ricevibile da SCP, in primis le foglie, i film, le polveri, i granuli ecc. Questo sistema, consente, per la prima volta di produrre manufatti in linea direttamente da scarti. Ogni specifica applicazione va preliminarmente testata in laboratorio.
 
 
   
Sia la bussola cilindrica che il rotore sono riscaldati. Il rotore è anche termostatato con liquido diatermico. La scelta dei materiali e la geometria dei circuiti di termostatazione garantiscono una temperatura costante sulla superficie del rotore e gradienti radiali dT/dr ottimali, attraverso il melt (è noto che lo strato di melt a contatto col rotore deve essere più freddo e quindi più viscoso dello strato di melt a contatto con la bussola, per ottimizzare il gradiente di velocità e in definitiva il trasporto del materiale).
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